giovedì 22 marzo 2012

Dagli Appennini alle Alpi

Stasera parte da Firenze il mini-tour Tolau che ci vedrà impegnati nei prossimi giorni in una bella cavalcata dagli Appennini alle Alpi. Per presentare la serata fiorentina, Novaradio stamattina ha intervistato Stefano. Ecco il suo intervento:




Sabato, mentre noi saremo a Udine (vedi sempre le tappe del viaggio), a Reggio Emilia Massimo Bonfatti, grande fumettista e amico, presenterà il lavoro nato da una collaborazione comune: "Volevamo i capelli lunghi", un doc sulla sceneggiatura mai realizzata del maestro del cinema italiano Mario Monicelli.

Sabato 24 Marzo - Pomeriggio
Spazio Gerra
14.30 Proiezione film “Volevamo i capelli lunghi” di Officine Tolau
(ispirato a un soggetto di Mario Monicelli)
Con Massimo Bonfatti (illustratore e fumettista)
Conduce Giancarlo Corsi, Università di Modena e Reggio Emilia

martedì 20 marzo 2012

Indignados, la presentazione del doc sulla stampa toscana

"Le sfilate degli Indignados con i loro colori, le loro storie, le loro retoriche. Sguardi su un movimento che ha destato l'attenzione su problemi di non immediata consapevolezza come la finanza, i mercati mondiali, le borse e le ripercussioni che le azioni compiute in tali scenari hanno nella vita di chiunque".
Con queste parole la stampa presenta la proiezione di "Rimetti a noi i nostri debiti" in programma il 24 all'Exfila di Firenze alle 21,15.
Qui l'articolo completo.

lunedì 19 marzo 2012

Tolau in tour a Firenze, Bolzano e Udine, tra Indignados, Grillo (e Vajont)

Fine settimana ad alto tasso cinematograficochilometrico per le Officine Tolau per la presentazione di due documentari.

Il tour inizia giovedì 22 marzo a Firenze. Alle 21,15 saremo ospiti al circolo Arci ExFila per la proiezione del nostro ultimo documentario "Rimetti a noi i nostri debiti". Alla serata parteciperanno: Stefano Bartolini (autore di “Manifesto per la Felicità: come passare dalla società del Ben-avere a quella del Ben-essere”, Donzelli, Roma, 2010), Patrizio Mecacci (segretario PD Met Firenze), Francesca Chiavacci (presidente Arci Firenze).

Venerdì 23, invece, torneremo al Videodrome di Bolzano (dove avevamo già presentato il documentario sugli Indignados un mese fa), per una serata dedicata al nostro "A furor di popolo", il docufilm sul Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo. Inizio alle ore 21.

Sabato 24, alle 18, sarà la volta di Udine. All'oratorio della parrocchia del Redentore ci sarà la proiezione di Rimetti a noi i nostri debiti. L’incontro sarà moderato da Paolo Ermano, ricercatore precario dell’Università di Udine e da Federico Pirone, consigliere comunale di Udine.

Domenica 25, infine, saremo a Longarone (Bl) per proseguire con le riprese del documentario che stiamo preparando in vista del 50° anniversario della tragedia (evitabilissima) che il 9 ottobre del 1963 costò la vita a circa 2000 persone. Si, perchè su tutta quella vicenda c'è ancora molto di non raccontato, c'è ancora molto da raccontare.

giovedì 15 marzo 2012

Indignados a Radio Fuijko

La puntata integrale del 2 marzo scorso, in cui siamo stati ospiti di Fausto, Felo e Daniele ad Agorà, trasmissione di musica e cultura su Radio Fuijko.





L'Islanda rifonde i debiti

Come spiega Fabrizio Goria su Linkiesta:

Per una Grecia che riceve altri 28 miliardi di dollari, c’è un’Islanda che rimborsa 443,4 milioni. Non sarà una grande cifra, ma il versamento effettuato tre giorni fa da Reykjavík verso il Fondo monetario internazionale ha qualcosa di particolare. Primo, perché è avvenuto in anticipo rispetto alle previsioni, come ha spiegato lo stesso Fmi in una nota di pochi minuti fa. Secondo, perché quella che è stata chiamata “La rivoluzione islandese”, cioè il mancato rimborso del debito estero deciso per referendum nazionale nel 2010, è stata più volta indicata dai complottisti come l’unica via d’uscita per Atene.

In realtà, la crisi islandese non è finita. Anzi. È di pochi giorni fa la notizia che Reykjavík sta considerando l’opportunità di adottare una valuta estera, diversa dalla corona islandese. La strada verso la normalità è ancora lunga e occorrono nuovi stimoli economici. Quello che è certo è che il presidente Ólafur Ragnar Grímsson non adotterà mai l’euro. «Troppo instabile, troppo insicuro, non fa per noi, meglio altre idee», ha detto pochi giorni fa. E nel frattempo, faceva partire il rimborso per il maxi prestito del Fmi arrivato dopo l’avvio del piano di sostegno iniziato nel 2008 con 2,1 miliardi di dollari. Non poteva essere altrimenti, dato che collassarono le prime tre banche del Paese - Landsbanki, Glitnir, Kaupthing - equivalenti all’85% del mercato bancario nazionale. Adesso i debiti con Washington sono ridotti a 1,6 miliardi di dollari e, nelle previsioni del Fondo, saranno ripagati entro il 2016, in linea con le previsioni.

L’Islanda ha seguito alla lettera le raccomandazioni dell’istituzione di Washington e ora è tornata a vedere un barlume di luce in fondo al tunnel della crisi bancaria in cui era piombata. Tutto il contrario della Grecia, che stando alle ultime previsioni del Fmi, potrebbe tornare sui mercati obbligazionari solo nel 2015. Una visione ottimista della situazione, dato che sarebbero già in corso i negoziati per il terzo piano di salvataggio di Atene. Non vanno però confuse le due crisi, tanto pesanti quanto profondamente diverse. Col senno di poi verrebbe da dire che l’Islanda ha fatto bene a non rimborsare il debito di Icesave, ma la situazione dei Paesi dell’Europa mediterranea è ben più intricata. E non si può pensare di risolvere con un rifiuto.

L'articolo originale su Linkiesta.

Uno scatto di Giulia Bondi

mercoledì 14 marzo 2012

Benvenuti in Richistan

Massimo Giannini, su Repubblica del 14 marzo 2012, recensisce l'ultimo libro di Luciano Gallino.

Nel 1974, quando uscì la prima edizione del Saggio sulle classi sociali, avevo dodici anni. Un ragazzino, in effetti. Ma sei anni dopo, già sufficientemente affamato di politica, trasformai quel libro straordinario di Paolo Sylos Labini nella mia Bibbia. Me lo consigliò il professore di storia e filosofia che mi preparava all’esame di maturità: «Lo devi leggere assolutamente, se vuoi capire qualcosa della società italiana». Aveva ragione.

Sono passati quasi trent’anni. Ho perso le tracce di quel professore. E quel grande economista di Sylos Labini purtroppo non c’è più. Ma appena ho finito di leggere l’ultimo libro-intervista di Luciano Gallino (La lotta di classe-Dopo la lotta di classe, scritto insieme a Paola Borgna per Laterza) mi è tornato subito in mente il vecchio Saggio sulle classi sociali, che tanto ha spiegato dell’Italia più profonda, tra fascismo e Prima Repubblica.

Anche questa Lotta di classe spiega molto della crisi globale e della curvatura egemonica e tendenzialmente antidemocratica del capitalismo contemporaneo. Ma rispetto al suo saggio precedente Finanzcapitalismo, non si limita a descriverne i principi “costitutivi”, ma ne approfondisce gli effetti sui mercati globali e sugli assetti produttivi, sulle classi lavoratrici e sulla distribuzione del reddito, sulle politiche fiscali e sull’organizzazione del lavoro. Si può condividere o meno.

A me convince molto la critica alla cultura dominante, che ruota intorno a pochi, ossessivi assiomi neo-liberisti. In giro c’è davvero una “unanimità totalitaria” sugli slogan imposti da quella che Leslie Sklair, dalla London School of Economics, definisce “la classe capitalistica trans-nazionale” dei banchieri e dei proprietari di grandi patrimoni, dei top manager e degli azionisti delle grandi multinazionali. Insomma, l’élite oggi al potere, che comanda il Super-Stato al momento più forte del mondo: “Richistan”, il paese dei ricchi che, secondo la definizione di Robert Frank, «sono ormai un popolo e una nazione a sé».

Questa élite condiziona Parlamenti e manovra politici. Influenza università e fonda Thinktank. Con alcuni obiettivi di fondo, per altro raggiunti: trasformare il mercato in un idolo, e il denaro in un’ideologia. Creare le condizioni, culturali e poi anche legislative, per un gigantesco processo di trasferimento della ricchezza globale, dal lavoro alla rendita. Da almeno un ventennio, il colossale inganno confezionato da questa classe dominante è aver fatto credere che le classi non esistono più. E che dunque la lotta di classe è un “residuo arcaico” del vetero-marxismo. Niente di più falso.

Leggi tutto l'articolo in pdf.

Fonte immagine: Take the experience

venerdì 2 marzo 2012

Back to Fuijko Radio

Stasera - h 20 - le Officine Tolau saranno ospiti su Radio Fuijko di "Agorà" la trasmissione di musica e cultura condotta da Daniele, Felo e Fausto (è la seconda volta, c'eravamo già stati un anno fa).

Saremo lì per chiacchierare del nostro ultimo lavoro, il docu-film sul movimento degli indignados "Rimetti a noi i nostri debiti".