domenica 2 ottobre 2011

Anche i goliardi bolognesi per il Vajont

Grazie alla propria corrispondente bellunese, Tina Merlin, L'Unità fu il giornale che per primo (in solitudine) denunciò quello che sarebbe potuto accadere alla diga del Vajont. Ora, grazie alla digitalizzazione di tutto l'archivio storico dell'ex quotidiano del PCI, è possibile recuperare molto materiale. E dettagli oggi completamente dimenticati.


Ecco ad esempio un articolo in seconda pagina dell'Unità del 14 ottobre 1963 riguardate il contributo emiliano alle popolazioni colpite dal disastro.

Lo sdegno sta sopravvanzando la commozione e già dalle popolazioni emiliane si leva un coro d1 voci che chiede la punizione del responsabili dell’eccidio del Vajont. Facendosi interpreti dl questa volontà, il Comitato regionale emiliano deI nostro partito ha diffuso un manifesto in cui si chiede che che «sia fatta piena luce sulle responsabilità di una strage che si poteva evitare. Non deve essere più permesso — prosegue il manifesto — che per il profitto dl piccoli gruppi si sacrifichino quelli della intera collettività e si giochi con la vita di uomini, donne, bambini». Il manifesto conclude chiedendo li costituziome di una commissione parlamentare di inchiesta perché il «Parlamento faccia giustizia e colpisca i responsabili».

Numerosi ordini del giorno votati dal Consigli comunali, dagli organismi democratici di massa, nelle fabbriche chiedono la costituzione della commissione d’inchiesta. A Reggio Emilia il Consiglio comunale ha votato all'unanimità perché l’inchiesta sia condotta dal Parlamento. Analoghe posizioni hanno preso il Consiglio dell’Alleanza regionale dei contadini, i sindaci del Reggiano e del Modenese riunitisi per iniziativa della Lega dei comuni democratici. A Rimini tutti i gruppi consiliari hanno votato una raccomandazione perché sia fatta luce al più presto sulle reali cause del disastro.

Tutto li movimento democratico emiliano, a partire dagli enti locali, è poi mobilitato per dare alle popolazioni colpite il più valido aiuto immediato sul piano materiale. La Giunta comunale e quella provinciale di Modena hanno stanziato rispettivamente 5 milioni che verranno direttamente consegnati al Consigli comunali di Longarone, Erto e Castellavazzo. Altre somme, si annuncia, saranno stanziate nei prossimi giorni dai vari Comuni della provincia. Il Comune di Reggio ha stanziato un milione, anche questo da consegnare direttamente al Comune di Longarone. Cinque milioni ha stanziato il Comune di Ferrara, il quale si è inoltre impengato alla costruzione, a Longarone, di un centro per l'infanzia. Altri tre milioni sono stati stanziati dal Consiglio comunale di Rimini e un milione dal Consiglio provinciale dl Parma. Queste prime somme sono destinate ad accrescersi notevolmente nei prossimi giorni perché tutti i Comuni e le Amministrazioni provinciali della regione hanno già convocato riunioni straordinarie per decidere una serie di provvedimenti.

Il Comitato regionale della cooperazione, riunitosi di urgenza, ha deciso un primo invio alla Federcoop di Belluno di generi alimentari per un milione e mezzo di lire (carne in scatola, mortadelle, vino e zucchero) e mezzo milione in denaro liquido.
Inoltre, una sottoscrizione popolare è stata aperta dal Comune di Modena il quale invierà giorno per giorno le somme raccolte ai comuni colpiti; una raccolta di fondi è iniziata nelle fabbriche di Parma.

L’Organismo rappresentativo universitario bolognese (ORUB), dal canto suo, ha deciso nel corso di una riunione straordinaria della giunta di aprire una sottoscrizione tra i goliardi dell'Ateneo bolognese in favore delle vittime e a questo scopo ha disposto un primo stanziamento di 100 mila lire. A Reggio Emilia, infine, i concertisti di un complesso polacco ospite della città hanno deciso di offrire il loro sangue per i feriti del Vajont.

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