sabato 28 maggio 2011

e l'acqua non c'è più

Stranissima sensazione alzarsi alle sette di un sabato mattina qualsiasi, prendere come al solito la caffettiera, aprire il rubinetto per aggiungerci l'acqua e scoprire che non ce n'è. Neanche un filo. Niente.
Non puoi fare (la solita) colazione, non puoi lavarti, non puoi andare in cesso (cioè, puoi: ma con conseguenze piuttosto pesanti).

Allora esco in strada con i capelli che hanno ancora la forma del cuscino (a me si proiettano verso l'alto, tipo punk nostalgico e parecchio invecchiato) e scopro che si è rotta una tubatura dell'acquedotto e la via Emilia, per cento/duecento metri, è allagata. In certi punti raggiunge anche un'altezza di una ventina di centimetri

Prendo l'acqua dalla strada con le mani (tanto mica è quella della fogna) e mi sistemo almeno i capelli.
E penso che tutto quello che abbiamo, a cui siamo abituati e diamo assolutamente per scontato, è in realtà del tutto provvisorio. C'è, ma potrebbe anche non esserci. Non è detto che ci sarà per sempre: non sta scritto da nessuna parte che certi benefit debbano essere eterni.

Con tutto quel che ne consegue.













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